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ERNANI

Il preludio di quest’opera sembra sorridere alla futuro Rigoletto. Sebbene la tonalità rispetto al preludio di Rigoletto che è in do minore sia in do Maggiore, dopo la breve introduzione seriosa di 8 battute, si apra in una cantabilità stupenda e fresca con quel cipiglio tipico del lirismo verdiano, inconfondibile, si ha, comunque, l’impressione di ascoltare il preludio del grande, futuro capolavoro, quella che sarà la sedicesima opera.

Sbalordisce sempre osservare quanto la semplicità di scrittura sia quasi sempre il mezzo più efficace per ottenere dei risultati importanti: (vedi esempi grafici sul blog originale, il link in fondo alla pagina).

 

Il librettaro, come amava definirsi il Maria Piave, fu uno dei fedeli collaboratori di Giuseppe Verdi per almeno 20 anni. Di buon carattere, stimava molto il Maestro e accettava tutti i nevrotici tagli e rimaneggiamenti che imponeva a ciò che scriveva. Naturalmente, Verdi conosceva bene il proprio lavoro e aveva in sé quel senso del teatro e della giusta misura per il testo: sapeva come far cantare una voce! Era come un ottimo e abile regista e sceneggiatore di oggi, conosceva i tempi di scena e la misura giusta per rendere efficace sia la scena sia le parole da cantare per quella scena. Rimproverava al Maria Piave il suo dilungarsi mentre lui mirava ad un effetto giusto, asciutto ed essenziale. Se una cosa poteva essere detta in due parole anziché in 5 lui mirava alle 2 parole.

Spettacolari le frasi ascendenti (più frequenti nella scrittura giovanile di Verdi), memorabile il brano “O sommo Carlo” con il Tutti “Sia lode eterna” finale del III atto.

 

Il personaggio di Ernani, probabilmente si presenta per la prima volta nei lavori di Verdi ricco di puntature difficili. Diciamo, che anche la parte del baritono, soprattutto per quegli anni, non è molto facile. E anche il basso si presenta con una cantabilità di una certa raffinatezza.

 

Riguardo la storia: 3 uomini, - Ernani, lo zio che l’ha in custodia e il re di Spagna, Don Carlo, amano la stessa donna, per l’appunto, Elvira. Alla fine, nessuno di loro riuscirà a sposarla. Forse è a causa di questo costrutto narrativo che mancano i grandi respiri melodici e tematici; le parti di rilievo sono rappresentate più che dalle grandi melodie, dai concertati e dalle parti corali.

La prima riscosse un certo successo anche se, appunto, fu criticata per la mancanza di grandi melodie presenza tipa nelle opere Verdiane.

Durante la preparazione, il teatro propose a Verdi una cosa un po' bizzarra ovvero chiese al compositore di affidare ad una cantante la parte del tenore, naturalmente, vestita e truccata nel ruolo maschile. Era un musico. Verdi non vedeva di buon occhio una cosa del genere e fortunatamente, questa eventualità sfumò e non si realizzò più.

 

Il 1844, vide da parte di Verdi, la prima di ben due opere: l’Ernani e I due foscari.

Ernani è un bandito (di famiglia aristocratica) e in quel periodo, i moti risorgimentali vedevano protagonisti i fratelli Bandiera, anche loro di famiglia aristocratica figli di un ammiraglio al servizio dell’Austria. Quindi, Ernani è un po' lo specchio dei fatti di quell’epoca e di questi due giovani ufficiali che credono nell’unità dell’Italia e che alla fine verranno arrestati dai borbonici e giustiziati.

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