· 

OBERTO, CONTE DI SAN BONIFACIO

Sin dalle prime note della ouverture, nella quale si distinguono un tema cantabile alla maniera belliniana e uno di contrasto più rude e potente, possiamo riconoscere il grande Verdi con quel portamento tipico che caratterizzerà la sua intera produzione operistica.

 

La prima opera di un verdi ventiseienne che grazie ad un felice combinazione di coincidenze (per nostra grande fortuna) viene rappresentata al Teatro la Scala. Il destino volle che Verdi conoscesse un certo Pietro Massini, direttore dei Filarmonici di Milano, il quale non avendo più tale incarico e non potendo più garantire la rappresentazione di Oberto (aveva promesso a Verdi che l'avrebbe rappresentata nel suo teatro), propose l'opera al Teatro alla Scala dove aveva delle amicizie importanti. Una coincidenza eccezionale. Da principio, Verdi si era rivolto anche al Teatro Ducale di Parma dal quale ricevette però una risposta poco incoraggiante: non volevano rischiare mettendo in scena l’opera di un compositore sconosciuto. Oggi, sentire quel termine sconosciuto fa davvero un certo effetto, non si può negare; fa persino sorridere. Ma, sicuramente, in quei momenti, Verdi non dovette divertirsi molto. E così, molto probabilmente, l’esperienza di questo Massini che conosceva un tal Merelli, impresario della Scala, fu certamente la fortuna di un Verdi alle prime armi. Come si suol dire, la sorte lo portò dalla persona giusta al momento giusto.

 

L’opera andò in scena il 17 novembre 1839 ed ebbe un ottimo successo.

Sotto l'aspetto tecnico-compositivo, Bonifacio è un’opera con delle carenze strutturali rispetto ad altri capolavori verdiani; non è mai entrata in repertorio. Ma possiamo dire che fu un inizio davvero perfetto per un giovane compositore molto promettente.

Scrivi commento

Commenti: 0